Due giovani sorelle - Lisa e Kate - sono in vacanza in una località marina in Messico. La situazione sarebbe ideale per svagarsi alla grande, ma Lisa è turbata per essere stata lasciata dal suo fidanzato. Così Kate, la più disinvolta delle due, cerca di farla divertire portandola fuori di notte a spassarsela. Due giovani messicani propongono alle ragazze di provare lo sballo di un'immersione in una gabbia in un luogo infestato da squali: totalmente sicuro, totalmente avvincente. Lisa, preoccupata, è titubante, ma dato che è stata lasciata dal fidanzato proprio perché ritenuta noiosa, decide, spinta dalla sorella, di tentare la botta di vita. Quando vede la vecchia gabbia arrugginita del "capitano" Taylor, Lisa è di nuovo colta da dubbi, ma Kate è risoluta: l'avventura va vissuta. In mare aperto vengono gettate le esche per attirare gli squali che subito arrivano. Poi le ragazze si calano in mare dentro la gabbia per potersi godere la vista degli squali al sicuro della loro protezione. Ma per un problema tecnico la gabbia precipita a 47 metri di profondità e le ragazze si trovano nei guai con poca aria e troppi squali.
I pescecani sono un perfetto emblema del terrore sin dai tempi de Lo squalo (e anche da prima). Silenziosi e famelici, rappresentano, nei film, una minaccia contro la quale è difficile difendersi. Per questo motivo, i film con gli squali sono diventati un nutrito sottogenere, tendenzialmente piuttosto ripetitivo. Vi sono però delle varianti, talvolta.
47 metri appartiene a esse, mettendo in scena una situazione che presenta analogie con altri squalo-movies atipici come Open Water e Paradise Beach - Dentro l'incubo, ma con sufficiente originalità nello spunto.
L'inglese Johannes Roberts è uno specialista dell'horror, pur non avendo un pedigree di particolare brillantezza: qui maneggia con abilità una situazione interessante, da claustrofobia in spazio aperto, in un tour de force registico nel quale trova tempi e modi adeguati per produrre momenti di tensione e spavento senza però mai mettere in secondo piano l'aspetto umano, che ci porta a temere per la sorte delle due protagoniste alle prese con qualcosa di più grande di loro. La tensione viene mantenuta piuttosto alta e convincente: talvolta il film traccheggia per la poca sostanza narrativa (è soprattutto un film di situazione), ma riesce a rendere con efficacia la solitudine e la disperazione delle ragazze di fronte a una natura ostile per la quale sono solo cibo per squali.
Pur senza essere particolarmente sottile nella descrizione delle psicologie, inoltre, il film è capace anche di fornire un ritratto convincente del legame che unisce le due sorelle, diverse nel carattere, ma solidali e profondamente affezionate. E l'incertezza in cui versano, insicure sullo stato delle cose in superficie (sono state abbandonate o qualcuno le cerca?), aggiunge ulteriori elementi di suspense. Certo l'elenco delle cose che vanno storte è un po' troppo lungo e ciò detrae un po' di credibilità dalla vicenda, ma nell'insieme il film è molto realistico, avvincente, teso e dotato anche di un buon colpo di scena finale che chiude in modo adeguato la storia. Buona la prova del cast con Mandy Moore e Claire Holt in buona evidenza e la simpatica partecipazione di una vecchia volpe del cinema hollywoodiano come Matthew Modine - lontano dai fasti di Full Metal Jacket, ma ancora in gamba - nei panni di un lupo di mare dall'attrezzatura un po' troppo corrosa dalla salsedine.
L'inglese Johannes Roberts è uno specialista dell'horror, pur non avendo un pedigree di particolare brillantezza: qui maneggia con abilità una situazione interessante, da claustrofobia in spazio aperto, in un tour de force registico nel quale trova tempi e modi adeguati per produrre momenti di tensione e spavento senza però mai mettere in secondo piano l'aspetto umano, che ci porta a temere per la sorte delle due protagoniste alle prese con qualcosa di più grande di loro. La tensione viene mantenuta piuttosto alta e convincente: talvolta il film traccheggia per la poca sostanza narrativa (è soprattutto un film di situazione), ma riesce a rendere con efficacia la solitudine e la disperazione delle ragazze di fronte a una natura ostile per la quale sono solo cibo per squali.
Pur senza essere particolarmente sottile nella descrizione delle psicologie, inoltre, il film è capace anche di fornire un ritratto convincente del legame che unisce le due sorelle, diverse nel carattere, ma solidali e profondamente affezionate. E l'incertezza in cui versano, insicure sullo stato delle cose in superficie (sono state abbandonate o qualcuno le cerca?), aggiunge ulteriori elementi di suspense. Certo l'elenco delle cose che vanno storte è un po' troppo lungo e ciò detrae un po' di credibilità dalla vicenda, ma nell'insieme il film è molto realistico, avvincente, teso e dotato anche di un buon colpo di scena finale che chiude in modo adeguato la storia. Buona la prova del cast con Mandy Moore e Claire Holt in buona evidenza e la simpatica partecipazione di una vecchia volpe del cinema hollywoodiano come Matthew Modine - lontano dai fasti di Full Metal Jacket, ma ancora in gamba - nei panni di un lupo di mare dall'attrezzatura un po' troppo corrosa dalla salsedine.
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