giovedì 8 novembre 2018

211 – RAPINA IN CORSO

211 - Rapina in corso

Nicolas Cage, in questi ultimi anni, è diventato un meme. Nel senso vero del termine: la sua faccia, estrapolata da una scena del film Stress da vampiro, è diventata una presenza fissa sui social come risposta sarcastica a un'affermazione ovvia. La recitazione sopra le righe dell'attore è da “incolpare” per questa strana evoluzione della sua figura pubblica. I debiti col fisco, se ascoltiamo le malelingue, sono invece da incolpare per la sua scelta di interpretare quanti più ruoli possibili. Tra questi ci sono indubbie chicche che ci ricordano come il nipote di Coppola sia un attore a tutti gli effetti. Dall'altra parte ci sono i film in cui Cage recita costantemente con lo sguardo a palla, cavalcando la sua fama di pazzo senza particolare sforzo o trasporto. In mezzo ci sono film come 211 – Rapina in corso, che stanno, appunto... nel mezzo.


Il film di York Alec Shackleton sembra un prodotto DTV, cioè direct-to-video, quei film che, in America, si producono esclusivamente per il mercato home video (una volta per i DVD, oggi per l'on demand). DTV può voler dire molte cose: si passa dai sequel di film d'azione di successo con cast completamente diversi (o incentrati su personaggi minori degli originali) ad action troppo timidi o generici per funzionare in sala. Purtroppo, 211, che pure è uscito al cinema, ricade proprio in quest'ultima categoria.

Fonte: QUI