martedì 22 agosto 2017

IRON FIST


Danny Rand (Finn Jones - Game of Thrones) aveva 10 anni quando l'aereo privato con a bordo suo padre Wendell e sua madre Heather, si schiantò misteriosamente sulle montagne dell'Himalaia.
Unico superstite dell'incidente, Danny viene salvato da un gruppo di monaci guerrieri e portato nella misteriosa città di K'un-Lun; grazie all'addestramento dei monaci e alle brutali condizioni del luogo, diventa un valoroso guerriero.
Dopo 14 anni decide di tornare a New York, per ricongiungersi agli amici di infanzia che considera come una famiglia, Ward and Joy Meachum, figli del socio del padre di Danny. Intenzionato a prendersi il posto che gli spetta nella multinazionale fondata da suo padre, la Rand Enterprise, che viene adesso gestita dalla famiglia Meachum. La serie si concentra sul come Danny Rand sia diventato l'Iron Fist, sull'esperienza a K'un-Lun - reale o immaginaria - e su tutte le vicende che porteranno a fare luce riguardo la morte dei suoi genitori.
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mercoledì 2 agosto 2017

LA BELLA E LA BESTIA


Ventisei anni dopo il film d'animazione che per primo sfondò la barriera della nomination all'Oscar come Miglior Film, la Disney torna su quei luoghi incantanti: il villaggio francese di Belle e il castello stregato della Bestia, dove un orologio, un candelabro, una teiera e la sua tazzina, il piccolo Chicco, trascorrono l'esistenza prede di un sortilegio, sperando che non cada anzitempo l'ultimo petalo di una rosa o non torneranno mai più umani.
Il film di Bill Condon arriva evidentemente sull'onda degli altri remake in live action dei classici Disney, ma sceglie una strada differente rispetto, per esempio, alla revisione di Cenerentola firmata da Kenneth Branagh.
Il nuovo La bella e la bestia non reinventa quasi nulla, e laddove lo fa, nel prologo settecentesco, nell'introduzione di un paio di personaggi e di alcuni interpreti di colore, non opera modifiche particolarmente incisive e sembra piuttosto obbedire a qualche legge morale o hollywoodiana, che ha poco a che vedere col materiale creativo. Al contrario, il film di Condon segue piuttosto alla lettera il precedente animato, riprendendone il copione, il libretto musicale, le stesse inquadrature. Si può non comprendere fino in fondo la natura di questa scommessa, si può ragionevolmente ipotizzare che la logica sia in tutto commerciale, ma non si può non ammetterne il successo finale. In un momento in cui l'animazione ha preso strade più stratificate e sperimentali, spronata dalla rivoluzione Pixar, anche al più moderno dei classici Disney non nuoce una rinfrescatina, e qui c'è abbastanza entusiasmo per un'intera boccata d'aria fresca.
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